Benvenuti sul sito di Mario Camillo Pigazzini

La psicoanalisi non basta più a se stessa, ha bisogno della fondamentale integrazione con le teorie della complessità e dell'informazione, con gli studi di antropologia che permettono di capire i contesti socioculturali in cui gli eventi mentali si sviluppano, con le scienze biologiche e le neuroscienze, capaci di spiegare le strutture e le funzioni che stanno alla base dell'interazione psichica. In questo sito è possibile trovare parte degli studi che ho portato avanti durante il mio percorso formativo ed esistenziale. È una proposta di condivisione e scambio non di asserzioni; aperta, libera e spontanea, essa stessa ancora in divenire.

La conoscenza dell'uomo, di sé stessi, degli altri e del mondo, a causa delle continue trasformazioni che avvengono in tutti gli ambiti dell'esistere e che generano l'emergere di sempre nuove organizzazioni mentali, sociali o scientifiche, appare oggi come un compito complesso ed impossibile.

A partire dal '900, il sapere dell'uomo ha avuto uno sviluppo imprevedibile e trascinante. L'intreccio cognitivo che ne è derivato ha posto nuove basi teoriche alla conoscenza della natura fisica, biologica, antropologica, culturale e da ultimo psichica, in tutte le sue componenti affettivo-emotive e logico-matematiche.

Nel corso della storia, a svolgere il compito di portatori di conoscenze, sono stati i saggi e i poeti, dagli antichi Veda ad Omero, a Dante e Shakespeare, assieme a filosofi, letterati, artisti, architetti e naturalisti.

La rivoluzione galileiana, come nuovo metodo che si affianca a quello artistico e filosofico, da vita al pensiero scientifico che porterà alla visione darwiniana dell’evoluzione e freudiana dell'inconscio, e alle moderne teorie fisiche basate sull’interazione come la complessità, la non-linearità e l’informazione.

La psiche umana si trova al centro di questi processi che elabora ed amplifica ma che, allo stesso tempo, la coinvolgono in continui feed-back, alterando la continuità creative che aveva sempre avuto con l'altro da lei.

L'uomo e la sua psiche creativa si trovano così intrappolati dentro una spinta innovativa che li allontana sempre più e sempre più rapidamente da questo equilibrio. In pochi anni la tecnologia, ossia il feed-back incessante innescato dalla conoscenza scientifica, allontana l'uomo dal suo habitat naturale, ecologico e psichico, rendendolo più fragile e vulnerabile. La sopravvivenza non è più legata alla forza biologica ma all'informazione.

Da questo deriva il dilagare di ansie, inquietudini, malesseri e incertezze relativi all'evolversi del sé nel mondo, un mondo che appare senza più confini geografici né di conoscenza. Ritrovare i confini, ritagliare il proprio spazio mentale e la propria identità dentro una realtà in incontenibile cambiamento costa molta fatica e genera paura.

Data la configurazione interattiva che l'organizzazione neurale si è data nel corso dell'evoluzione, il lavoro della psiche trova il suo ambiente naturale nella relazione di scambi senso-motori ed affettivo-emotivi con l'altro che avviene il setting psicoanalitico; esso si presenta come lo spazio ideale dove svolgere questo lavoro di continua riorganizzazione.

In questo contesto la Commedia di Dante rappresenta il più grande esempio del processo evolutivo soggettivo, e nello stesso tempo scientifico e sociale, elaborato dalle capacità artistiche di un uomo di genio e di esperienza. Possiamo considerare l'opera di Dante la forma meglio riuscita di autoconoscenza, a partire dalle antiche culture aborigene australiane fino ai moderni teorici del sapere.

Resta sempre valido il suo monito: "nati non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza".

Nell'Inferno Dante ha mostrato il difficile e duro cammino della conoscenza; nel Purgatorio il faticoso procedere nella virtù; nel Paradiso la contemplazione della bellezza, il desiderio più elevato dell'animo umano. Questi tre spazi delle fasi evolutive dell'uomo descrivono le caratteristiche più specifiche di ogni autentica trasformazione.

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